[vc_row full_width=”stretch_row_content_no_spaces_content”][vc_column][vc_empty_space height=”150px”][film_discover style_discover=”3″ image=”2832″ link_to_discover=”” title_section=”CATILINA” short_description=”RIABILITARE LA FIGURA DI CATILINA NEL NOME DELLA SUA COERENZA. AVEVA UN’IDEA E LA PORTÒ AVANTI LEGALMENTE; GLI FU IMPEDITO E LA PORTÒ AVANTI ILLEGALMENTE; NON CI RIUSCÌ E LA PORTÒ IN BATTAGLIA.”]

La storia dello spettacolo inizia all’epoca della guerra civile tra Silla e Mario. Catilina è un giovane nobile ufficiale che milita fra le schiere di Silla (campione della fazione aristocratica). Silla vince l’ultima battaglia, prende possesso di Roma e si vendica di tutti i nemici politici rimasti in circolazione. Catilina è il suo più fidato e spietato esecutore (è un soldato a dir poco inquieto: taglia la testa di suo cognato, stupra una vestale, si concede bagordi di ogni genere). Da questo momento in poi c’è un buco storiografico di 15 anni, di cui non sappiamo nulla, se non che Silla va in pensione, Roma torna ad essere una Repubblica e Catilina ha una fulminante carriera politica. Dunque lo spettacolo riprende 15 anni dopo, quando Catilina si candida al consolato. I suoi avversari politici lo temono (Catilina ha un grande ascendente sul popolo) e lo fanno fuori inventandosi una denuncia.

Catilina si ricandida altre due volte, ma i suoi avversari lo mettono fuori gioco attraverso brogli elettorali. Dunque Catilina, dopo aver onestamente tentato la via legale, prova quella illegale e organizza la famosa “congiura”. Nel frattempo Cicerone è divenuto console. Cicerone è un personaggio piuttosto vile (al contrario di come ce lo riporta la storia). Di umili origini provinciali, fa carriera grazie alle sue doti oratorie e ai suoi modi democristiani. Sventa la “congiura” grazie a una soffiata. Alcuni congiurati sono condannati a morte. Catilina nel frattempo è con il suo esercito in Toscana. Potrebbe fuggire, ma non lo fa. Decide di dare battaglia all’esercito consolare. Il suo esercito è meno numeroso, male armato, stanco. Potrebbe ancora decidere di fuggire, ma di nuovo non lo fa. Decide invece di scendere da cavallo e combattere a piedi, allo stesso livello dei suoi uomini. Combatte coraggiosamente e coraggiosamente muore.[/film_discover][vc_empty_space height=”150px”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][film_textblock text_big=”Gallery”][film_gallerySlider style_discover=”4132″][vc_empty_space height=”150px”][/vc_column][/vc_row]